In questa guida spieghiamo quali sono il valore e le caratteristiche delle monete cinesi.
La moneta cinese attualmente in circolazione prende il nome di yuan, ma è conosciuta anche con il nome di renminbi. A livello internazionale viene adottata la sigla CNY, mentre all’interno della nazione asiatica si è soliti abbreviarlo con la sigla RMB, abbreviazione di renminbi che tradotto in italiano significa valuta del popolo. Entrando nel dettaglio, l’unita di conto attuale del Renminbi è lo Yuan che si suddivide in Fen e in Jiao. La moneta base ha dunque un valore pari a 1 Yuan che può essere composto da 10 Jiao o 100 Fen. Per quel che riguarda le monete, oggi sono in circolo monete metalliche da 1 Yuan, 0,5 Yuan, 0,1 Yuan, 0,05 Yuan, 0,02 Yuan e 0,01 Yuan.
Nell’antichità la moneta cinese era conosciuta con il nome di tong qian, fang kong qian o tong bi. Il nome cambiava in base al materiale metallico impiegato o in base al fatto che la moneta in questione fosse forata o no. Queste antiche monete sono state impiegate in Cina e nell’Asia orientale fino al ventesimo secolo.
Per quello che riguarda il loro valore, fare una vera e propria valutazione è estremamente complesso, visto che è difficile reperire una quotazione per diversi esemplari. In ogni caso, è possibile affermare senza timore di smentita che alcuni esemplari possono raggiungere anche un valore di 70 euro l’uno, anche qualora siano in pessime condizioni. Ovviamente a patto che i danni non rendano impossibile distinguere la moneta.
Per riconoscere le monete, può essere utile sapere che nel XII secolo i cinesi utilizzavano come monete delle riproduzioni in miniatura di oggetti di utilizzo comune. Per questo motivo, erano diffusi oggetti come piccole zappe, coltelli e collane, in cui il valore veniva scritto sulla superficie. Le cose cambiarono a partire dal 212, anno in cui vennero introdotte le monete tonde.
Passeggiando per i mercati può capitare di imbattersi in monete cinesi bucate. Queste caratteristiche monete sono contraddistinte dalla presenza di un foro quadrato all’interno. Uno dei due lati delle monete antiche cinesi è caratterizzato dalla presenza degli ideogrammi, che stanno ad indicare il regno dell’imperatore. L’altro lato invece è solitamente liscio, oppure si caratterizza per la presenza di simboli notturni, come la luna o le stelle.
Anche il tipo di materiale con cui sono realizzate le monete può aiutare nel comprendere l’epoca. Bisogna infatti sapere che fino all’Ottocento le monete cinesi venivano fuse in rame, ottone o ferro. Intorno alla metà del XIX secolo venivano utilizzate tre parti di rame e due parti di piombo. Le monete in argento e in oro erano invece molto rare.
Monete Qing
Proveniente dalla Manciuria, la dinastia Quing fu fondata dal clan degli Aisin Gioro. Il primo imperatore della dinastia che salì al trono fu Shunzhi nel 1644. Il suo insediamento avvenne immediatamente dopo che suo padre Abahai invase la nazione asiatica e detronizzò l’ultimo imperatore Ming.
Con l’ascesa al potere della dinastia Qing ha avuto inizio la decadenza dell’Impero. Dopo il regno di Qianlong, durato 61 anni, che rappresentò l’apice della dinastia, i paesei europei imposero il sistema delle concessioni che di fatto pose le basi per la penetrazione economica occidentale all’interno del paese asiatico, cosa che finì per stravolgerne drasticamente gli equilibri socio economici. In seguito la Cina fu costretta a fronteggiare due guerre dell’oppio e la guerra civile contro i Taiping. La caduta della dinastia andò di pari passo con quella dell’impero, il 12 febbraio 1912 Pu Yi abdicò.
Alla pari dei cash delle dinastie precedenti, anche quelli degli imperatori Qing venivano prodotti per fusione. Solo a partire dall’ultima decade dell’800 alcune zecca iniziarono la coniazione. Singolare il fatto che la Zecca di Canton diventò la Zecca al mondo con il più elevato numero di presse, ne annoverava 90. All’epoca furono coniate anche monete sul modello occidentale, ossia prive di fori. Dell’era Qing ricordiamo anche le monete occidentali contromarcate nel paese asiatico.
Dei cash Qing sono presenti numerose varianti. Con questa breve guida desideriamo dare la possibilità di comprendere i dati essenziali delle monete cinesi anche ai meno esperti della materia.
A partire dalla dinastia Tang, durata dal 618 al 907 d.C. il dritto dei cash è stato contraddistinto dalla presenza di 4 caratteri, prima i caratteri presenti erano esclusivamente due, che è possibile leggere in questo ordine, alto, basso, destra e sinistra. Sulle monete Qing i primi due caratteri, alto e basso, stanno a indicare il nome di regno dell’imperatore, invece i caratteri laterali restano sempre identici, Tong Bao, che sta a significare moneta universale.
Analizzato il dritto, prendiamo in esame il rovescio per decifrare il segno di zecca e pertanto individuare l’officina d’emissione. A distinguere le monete Qing da quelle delle altre dinastie, con la parziale eccezione di quelle coniate da Shunzhi e Kangxi, è il loro essere al rovescio. Boo, ossia moneta, è il primo carattere del nome della provincia in cui furono emesse le monete. Dato che per ogni provincia vi era una sola zecca, ad esclusione della provincia dello Yunnan, è estremamente semplice capire in quale città ha avuto luogo la produzione della moneta. Sui nominali più elevati, da cinque a mille cash, il rovescio può essere caratterizzato anche dalla presenza di 4 caratteri, tuttavia, il segno di zecca è identico a quello delle monete da un cash. Dunque per rendere più semplice la comprensione, riporteremo qui esclusivamente il retro dei nominali da un cash.
Va precisato che alcune monete prodotte nello Xinjiang hanno delle datazioni fasulle, dato che la provincia, conquistata nel 1758 da Qianlong fu spesso caratterizzata da ribellioni che per lungo tempo la liberarono dall’egemonia dei Qing, questi ultimi nell’800 coniarono nelle zecche della provincia delle monete intitolate agli imperatori del passato. Questo fu fatto per fare credere ai cittadini che la dinastia Qing non avesse mai perso il controllo sulla regione.