In questa guida spieghiamo quali sono il valore e le caratteristiche delle monete romane.
Difficile resistere al fascino delle antiche monete romane. Del resto stiamo parlando di monete passate nelle mani dei più grandi imperatori della storia come Cesare. Come potrai facilmente intuire, questo senso di grandezza contribuisce a fare aumentare il loro valore agli occhi dei collezionisti. Quanto valgono esattamente lo scoprirai nelle prossime righe, prima però desideriamo procedere per gradi, iniziando con il farti conoscere la storia di queste monete.
Le monete romane fanno la loro comparsa all’epoca della seconda era repubblicana. A quei tempi erano conosciute con il nome di aes ed erano formate da prezzi realizzati in bronzo contraddistinti da segnatura variabile.
Nella prima decade del 200 A.C. venne istituita una vera e propria zecca. In quegli anni fu coniato il celeberrimo quadrigato. Poco tempo dopo fu coniato anche il famoso Denario, realizzato in argento. Il denario divenne la moneta romana principale, in quanto la più impiegata. A quei tempi dopo il denario, per ordine di importanza trovavamo subito il Sesterzio, seguito a ruota dal Dupondio, il Trente, l’Asse, il Semisse, il Quadrante, l’Oncia ed il Quinunx. All’incirca nel 200 d.C. il Denario venne rimpiazzato dall’Antoniniano, che è tra le monete romane di bronzo più popolari e ambite dai collezionisti. A seguito della conquista della Gallia, iniziarono a fare la loro comparsa anche degli esemplari realizzati in oro, come il Solido. Ovviamente le monete di bronzo continuarono ad essere le più impiegate.
Nei precedenti paragrafi abbiamo visto brevemente la storia delle monete romane, particolari interessanti sulla loro coniazione e circolazione. Fatte le dovute premesse, ora è giunta l’ora di scoprirne il valore.
Come avrai sicuramente intuito, esso può essere determinato da una lunga serie di fattori, come anno di coniazione, stato di conservazione e così via, pertanto è estremamente variabile.
In aggiunta al Sesterzio, di cui parleremo in maniera più approfondita più avanti, tra le monete romane di maggiore valore un posto di riguardo spetta al Denario di Adriano. Questa moneta sul dritto presenta il capo dell’imperatore, mentre sul rovescio troviamo la libertas in piedi. Stando alle fonti storiche, questa moneta fu immessa in circolazione fra il 116 ed il 138 D.C. In un discreto stato di conservazione, il Denario può avere un valore che oscilla tra i cinquecento ed i mille euro.
Un’altra moneta molto ricercata dai collezionisti è il Dupondio di Vespasiano. Questa moneta fu immessa in circolazione fra il 69 ed il 79 D.C. Sul dritto troviamo il capo dell’imperatore e sul rovescio la Felicitas con annessa cornucopia. In discrete condizioni può superare 500 euro di valore.
Anche le monete romane dell’età imperiale presentano circa il medesimo valore. Per esempio, un Antoniniano della zecca di Antiochia, coniato tra il 260 ed il 261 D.C. ossia durante l’impero di Macriano, può raggiungere un valore massimo di 500 Euro, a patto che si trovi in un buono stato di conservazione. Sul dritto troviamo il profilo coronato dell’imperatore, invece sul rovescio la città di Roma seduta su di uno scudo.
Un’altra moneta romana antica che ha un valore elevato è il Solido, coniato fra il 402 ed il 406 D.C, durante l’impero di Onorio. In questo caso superiamo abbondantemente i 500 euro del Dupondio di Vespasiano e del Antoniano della Zecca, visto che il suo valore può superare anche 1000 euro.
Infine impossibile non citare il sesterzio, una delle monete romane più famose ed ambite per via della sua bellezza. Nonostante ciò, però, il suo valore è di molto inferiore all’Antonio della Zecca, al Dupondio di Vespasiano e al Solido perché a differenza di queste, è molto più semplice da reperire.
Come risulta essere ovvio che sia la sua quotazione varia in base al periodo di conio. Il valore di questa moneta, coniata fra il 138 ed il 161 D.C. in discrete condizioni può variare da 30 euro fino a raggiungere oltre 300 euro.